Tra Dio e il mondo by Dietrich Bonhoeffer
autore:Dietrich Bonhoeffer [Bonhoeffer, Dietrich]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica
editore: Castelvecchi
pubblicato: 2015-05-05T04:00:00+00:00
Lo strutturale essere-insieme dei membri
Dove c’è un membro, c’è il corpo di Cristo. La comunità è il superamento dell’esser-soli, non dell’esser-singoli. Ognuno rimane anche un singolo. La comunità ha una vita. I suoi membri non devono essere pensati separati. Dove c’è la comunità, c’è sempre anche Cristo, che perdona o giudica (Sal. 139, se si identifica l’onnipresenza di Dio con la presenza di Cristo). Nella comunità, uno diventa Cristo per l’altro. I membri non sono separati gli uni dagli altri. Questo, principalmente, non è un dato di fatto della coscienza, ma dell’essere. La comunità conduce una vita. Il peccato, il bisogno, i malanni dell’altro mi toccano come fossero i miei.
L’Io e il Tu non vengono confusi. L’Io non viene annullato dinanzi a Dio. Dove il singolo è compiutamente singolo, la comunità è al suo fianco. Solo quando è compiutamente se stesso, l’uomo è redento e riconciliato nella comunità. Quando l’uomo è compiutamente un singolo, nella morte, la sua solitudine viene superata. In virtù della sua struttura comunitaria, la comunità soffre allora insieme a lui. Questa struttura, però, non è percepibile.
Questa duplicità non può essere annullata. Quando il singolo è compiutamente se stesso, viene accolto da Cristo e dalla comunità. Dal momento che egli sta come singolo dinanzi a Dio, tutti stanno per lui dinanzi a Dio. Non c’è confusione, né unio mystica tra Io e Tu. Il singolo è già sempre concepito come colui che vive nella comunità, se viene pensato come singolo dinanzi a Dio. La comunità, in virtù della sua struttura, è lì dove c’è il singolo. La comunità è la comunione più vitale. Essa soffre tutto, spera tutto, crede tutto, sopporta tutto. È lo stesso Cristo presente. Nessuno vive più per se stesso, né muore più per se stesso. Il singolo vive per e a partire dalla comunità. I merita dei fratelli sono il meritum di Cristo e proprio per questo diventano i miei merita. Tutto, come non si stanca di ripetere Lutero, è «comune».
Queste affermazioni sembrano avvicinarsi alla dottrina cattolica del Thesaurus sanctorum. Solo che nel cattolicesimo il Thesaurus viene attribuito all’uomo, che però non è più libero di agire, perché agisce spinto dalla colpa. Non ci sono meriti in eccedenza, che possano essere poi ripartiti. Il Thesaurus è il merito di Cristo nella comunità. Solo lui può rendercene partecipi. L’intercessione, l’obbedienza e la continenza altrui non possono di per sé essermi di alcuna utilità. Ma Cristo rende questo agire dell’altro grande e importante anche per me. La dottrina cattolica assume le forme di una razionalizzazione e una moralizzazione, quando spiega che l’azione dell’altro già in se stessa è efficace.
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